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Gli archivi delle testate possono essere ceduti a società che intendono utilizzarli per addestrare i propri sistemi solo nel rispetto della normativa sulla protezione dei dati personali.

Gli archivi delle case editrici sono un patrimonio prezioso, utilizzabile anche per operazioni commerciali legate alla filiera dell’intelligenza artificiale, come nel caso della cessione degli archivi a società che ne fanno impiego nel contesto dell’addestramento di sistemi di machine learning.

Considerato che tali archivi contengono anche informazioni costituenti “dati personali”, risulta essenziale pianificare simili operazioni nel rispetto della vigente normativa in materia di data protection.

In merito, sono di grande rilievo le indicazioni emergenti dal provvedimento del Garante privacy adottato nel 2024 verso un noto gruppo editoriale, il quale aveva sottoscritto un accordo con Open AI, autorizzandola all’uso dei dati degli archivi e dei futuri contenuti editoriali per il training dei propri sistemi di AI.

In quel contesto, infatti, l’Autorità ha posto in luce diversi aspetti critici, ai quali occorre prestare attenzione nella progettazione di attività di questo tipo.

Anzitutto, è necessario identificare chiaramente la “base giuridica” idonea a legittimare questi trattamenti, in particolare rispetto ai dati sensibili e giudiziari, che non potrebbero ritenersi autorizzati dal “legittimo interesse” o dalla disciplina di favore per i trattamenti con finalità giornalistiche.

Le informative privacy devono essere complete, in coerenza con il principio di trasparenza verso le persone coinvolte.

Queste ultime, inoltre, devono essere poste nelle condizioni di esercitare effettivamente i propri diritti e, specialmente, quello di opposizione al trattamento.